Emergenza psicologica durante la seconda ondata pandemica

Scetticismo, sottovalutazione, negazionismo e vita vissuta a singhiozzi negli ultimi mesi, hanno portato ad una lenta, ma inesorabile mutazione della psicologia delle persone. Dopo mesi e mesi di atteggiamenti e mezze idee, ognuno ha sviluppato la propria ipotesi personale al contagio. C’è chi sostiene che è tutta una montatura, chi afferma che colpisce solo determinate categorie e fasce d’età e chi invece cerca di interpretare numeri e dati. Preoccupazione, esasperazione e confusione dilagano tra le persone che ormai non sanno più a cosa, o a chi credere. Il numero dei tamponi aumenta, i ricoveri si moltiplicano e la strisciante e subdola paura di qualche mese fa, torna a far sentire la sua innaturale presenza nelle menti delle persone.

All’orizzonte, più vicino di quanto si possa presupporre, l’ombra di una nuova inquietante prospettiva: il tipping point, il punto di non ritorno. Una soglia che separa l’avanzare lineare dell’epidemia, da un procedere non lineare e non prevedibile. Se il virus prima si evolveva e dilagava in modo graduale e abbastanza ordinato, oltrepassato il punto di non ritorno, la situazione precipita e si aggrava molto rapidamente. Esplode in un propagarsi senza freni, senza misure, senza possibilità di contenimento. E con lei cresce la paura, l’ansia, lo stress e la pressione mentale della consapevolezza di non poter ancora tornare a vivere la vita come in passato.

Tipping point: soglie ad argine

La prospettiva di una seconda ondata epidemiologica sta lentamente oscurando l’orizzonte delle nostre prospettive. Forse il tipping point, il punto di non ritorno è molto più vicino di quello che si possa immaginare. Il vero problema è che non è possibile stabilirne la distanza, o la quantità. Non si sa esattamente quando esploderà e verrà superato, si è solo consapevoli che accadrà presto.

L’epidemia di Covid-19 è segnata da moltissime diverse soglie, tutte pronte ad essere oltrepassate da un momento all’altro. Il numero dei ricoveri in terapia intensiva, la richiesta di maggiori tamponi che non viene soddisfatta alacremente, i contagi giornalieri. Fin tanto che dati e numeri rimangono tutti più o meno sotto una certa soglia, si può dire che tutto “va abbastanza bene”. Finché tutte le soglie reggono, bene, ma appena una cede e l’argine si rompe, l’acqua si infiltrerà velocemente e corroderà anche tutti gli altri limiti che la società a posto.

Il tipping point è una “bomba ad orologeria” che sta per esplodere e quando accadrà, se succederà veramente, il tracollo non si manifesterà solamente con centinaia di nuovi casi, ma anche con un collasso mentale della popolazione.

Consapevolezza e controllo

Per quanto non sia possibile sapere quando e se il tipping point verrà oltrepassato, è possibile comunque prepararsi al meglio a questa eventualità. Ed è possibile farlo partendo dal presupposto che non è necessario affrontare sempre tutto da soli. Dubbi, perplessità, angosce, dilemmi, ecc.… Qualunque sia lo stato mentale nel quale ci troviamo c’è senza l’opportunità di rivolgersi ai professionisti della salute mentale per trovare un valido sostegno psicologico. Un

aiuto vero, una mano tesa nell’oscurità, pronta a trarci in salvo verso la luce della consapevolezza e della verità personale.

É, infatti, la consapevolezza l’arma migliore per riuscire ad affrontare al meglio l’emergenza psicologica durante la seconda ondata pandemica. Sapere cosa dobbiamo aspettarci, cosa dobbiamo essere pronti a combattere, può fare veramente la differenza.

Non siamo “tuttologhi”, quindi, non è possibile conoscere ogni sfaccettatura psicologica che la pandemia da Covid-19 ha creato nel tempo. Sfumature che possono essere colte meglio da chi lavora con la mente e sulla mente per il benessere psicologico. Uno psicologo può indicare, lungo il percorso, la strada verso una risposta che ci sfugge, dare un’indicazione professionale precisa sulle varie dinamiche a cui la vita ci sottopone, predisporci nella condizione ottimale per essere in grado, in futuro, di poter continuare autonomamente ad affrontare le difficoltà della vita. Guardarsi attorno e sapere cosa ci circonda, quali sono i pericoli reali e quali quelli immaginari. Questo è vero potere, questa è una soluzione reale per fronteggiare i problemi della vita.

La consapevolezza trova un efficace alleato nel controllo. Saper dominare la propria mente, aiuta nei momenti più difficili. Conoscere i rischi, riconoscere i problemi per saperli affrontare. E i problemi si affrontano a mente lucida e con i piedi ben piantati a terra. Con controllo e con pazienza, attributi che, come ogni altro, possono essere alimentati e migliorati. Lo psicologo mira a sciogliere quei meccanismi sistematici e ripetitivi accompagnando l’individuo in un nuovo cammino di conoscenza e consapevolezza di sé. Un allenatore della psiche che non indica direttamente le risposte, ma mette a disposizione tutti gli elementi (tra l’altro già in nostro possesso) per trovarle.

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