Adolescenti e isolamento sociale: come capirli e aiutarli

Qualche volta l’unica finestra sul mondo che hanno gli adolescenti, è rappresentata dal loro pc. Padroni degli strumenti digitali e dell’innovativa tecnologia che ci circonda, ne sono anche vittime. I ragazzi sanno come trovare qualunque cosa in rete, ma spesso non riescono a districarsi nelle situazioni della vita reale. A qualunque età è possibile sentire, qualche volta, la necessità di rimanere un po’ da soli. É una cosa del tutto naturale. Quando però questa situazione si aggrava e determina un isolamento totale e un progressivo allontanamento da qualunque tipo di relazione sociale, forse è il momento di chiedere aiuto a professionisti della salute mentale.

Social withdrawal: allontanamento inconsapevole

Il fenomeno dell’allontanamento sociale è conosciuto con il termine di “Social withdrawal”. Questo avviene quando, involontariamente, una persona si allontana del tutto dall’ambiente che lo circonda, anche se è convinta di non farlo. É una situazione che può manifestarsi a qualunque età, ma che oggi, sempre più spesso, è particolarmente presente in fase adolescenziale.

Le cause di isolamento sociale sono molteplici. Tutte comunque dipendo dalla situazione specifica di ognuno di noi. Ad esempio l’isolamento può manifestarsi a seguito di situazioni e condizioni insolite avvenute durante l’infanzia, oppure come conseguenza di atti bullismo. Può essere anche effetto a seguito di un comportamento iper protettivo, che non ha lasciato spazio all’individuo di relazionarsi nel modo sano e corretto con i propri coetanei, portando così ad una mancanza di sicurezza e conoscenze per stabilire nuove relazioni da adulto.

Incidenti e situazioni pericolose, possono portare ugualmente all’isolamento sociale e allo stesso modo anche essere oggetto di pregiudizi e stereotipi, possono condurre alla stessa conclusione.

Isolamento sociale: conseguenze e ripercussioni

Quando un adolescente si trova a vivere una situazione di isolamento sociale, deve affrontare diverse conseguenze e situazioni problematiche. Una delle più gravi è forse rappresentata dalla depressione, uno stato psico-fisico caratterizzato da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli. Ma non solo. Recenti studi hanno dimostrato che gli adolescenti che vivono in isolamento sociale, molto spesso hanno problemi di apprendimento, di attenzione e difficoltà nel prendere decisioni.

Quando si vive una situazione di isolamento dall’ambiente circostante e dalle altre persone, il cervello non riceve purtroppo gli stimoli giusti e, di conseguenza, non lavora come dovrebbe.

Adolescenti Hikikomori

Letteralmente: “stare in disparte, isolarsi”. Si tratta di un termine giapponese utilizzato per indicare coloro che hanno scelto volontariamente di ritirarsi dalla vita sociale. Per lo più adolescenti e giovani adulti che ricercano consapevolmente livelli estremi di isolamento sociale e confinamento.

A differenza di quei soggetti che involontariamente e per diversi motivi, si ritrovano a vivere un isolamento sociale, gli Hikikomori, hanno volutamente deciso di ritirarsi dalla società. Il fenomeno è nato in Giappone negli anni ‘80, ma si è velocemente diffuso anche in Europa e nelle Americhe.

I ragazzi si isolano dal resto della società per sfuggire all’incalzante pressione della società verso l’autorealizzazione e il successo personale, cui l’individuo è sottoposto fin dall’adolescenza. In contrapposizione ad una società ipercompetitiva, basata sul successo personale e dell’immagine esteriore, che giudica chiunque in base alle proprie debolezze, gli adolescenti preferiscono tirarsene fuori e decidere di non farne più parte. Per uscirne decidono quindi di diventare invisibili, nascondendosi alla società stessa.

Come uscire dall’isolamento sociale

L’isolamento sociale è un fenomeno sempre più diffuso e critico in Italia. Si suppone ci siano circa 100 mila ragazzi che ne soffrano, di età compresa tra i 13 e i 20 anni. Il picco massimo si aggira attorno ai 15 e i 17 anni, più maschi che femmine attualmente, ma sembra il numero delle femmine sia sottostimato. Il problema è che continua ad aumentare sempre di più.

I genitori svolgono un ruolo fondamentale nel progressivo processo che porta lentamente ad uscire dalla situazione di stallo provocata dall’isolamento sociale. Inutile sgridare, urlare, punire o costringere i ragazzi a fare qualcosa che non vogliono. É importante invece riconoscere il problema, parlarne e convincerli a cercare un sostegno psicologico dai professionisti della salute mentale.

Non serve a nulla nemmeno negare agli adolescenti l’uso di internet, perché porterebbe ad isolarli ancora di più. Di aiuto invece è sdrammatizzare le situazioni e non rispondere mai alle loro provocazioni. Calma e pazienza sono tra le virtù migliori in questo caso. Cercare di spezzare la routine e inventare diversivi per cercare di fare uscire i ragazzi dalle loro stanze, attivando magari situazioni di socializzazione protetta e controllata, può spingerli a fare dei passi in avanti.

Anche la scuola dovrebbe essere coinvolta nel processo di stimolo e distrazione. Riuscire ad aprire un dialogo con gli insegnati, può portare ad ottenere dei risultati. L’importante è comunque mantenere i nervi saldi e non perdere mai (per quanto possibile) la pazienza.

In questa battaglia, come in molte altre, non si è mai soli. Basta fare il primo passo nella giusta direzione e cercare il sostegno psicologico adatto per uscire da queste situazioni di disagio psicologico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×

Ciao!

Clicca sotto per iniziare una chat su WhatsApp o inviami un'e-mail a fittipaldibenedetta@gmail.com

× Come posso aiutarti?