Arriva l’estate e con la “bella stagione” aumentano le aspettative e cresce l’attesa. Attesa per un tempo futuro, che ci riporta al passato. La felice spensieratezza di una tranquillità mentale che cominciamo ad assaporare nel momento stesso in cui iniziamo a pianificare le vacanze. Quest’anno però l’estate e con essa le vacanze, avranno un sapore diverso. Un gusto nuovo che dovremmo imparare a conoscere e apprezzare a causa del distanziamento sociale obbligatorio necessario per contrastare la diffusione del Coronavirus. L’epidemia ha impattato psicologicamente tutti, cambiando nel profondo le modalità di rapportarsi agli altri e con gli altri. Volenti o nolenti i luoghi della collettività sono e saranno sempre meno. Anche in estate, soprattutto in estate. Stagione rinomata per la socializzazione, le distrazioni e la letizia di attimi indimenticabili che segneranno lo spirito.
Rinchiusi in bolle comunicative
Il necessario distanziamento sociale ha portato lentamente (ma nemmeno tanto) a creare delle bolle comunicative. In pratica ci ritroviamo a parlare sempre con lo stesso ristretto circolo di persone e più o meno sempre delle stesse cose. Inconsciamente è successo quasi a tutti fino all’arrivo della Fase 2 che ha aperto la porta ad un parziale ritorno alla normalità, ma anche a tanti altri problemi. Tra questi la “paura” di tornare a far parte di una comunità, incontrandosi e scontrandosi con gli altri. In estate poi questa situazione è amplificata grazie al bel tempo e alla voglia di “riscatto” che più o meno sentiamo tutti, nei confronti di un lungo inverno e di una primavera di privazioni e limitazioni dettate necessariamente dalla quarantena.
Nella situazione attuale la comunicazione e la relativa socializzazione attraverso i canali social e internet, rimane un porto sicuro praticato da molti. Consapevoli che al di fuori dei social c’è un mondo, una realtà diversa, ma che rappresenta un rischio troppo grande.
Comfort zone vs desiderio di evadere
Il distanziamento sociale ha innalzato delle barriere e creato fazioni all’interno di ciascuno di noi. Il desiderio di comunicarsi e di aprirsi agli altri è stato soddisfatto attraverso canali social e internet, ma non basta. Non è sufficiente perché dall’altra parte, la comfort zone è contrastata dall’innata necessità umana di evadere per ritrovare e rivivere la normale comunicazione a cui siamo sempre stati abituati sin da piccoli. E quando questa impellenza si fa sentire più forte che mai, quando esplode in estate trascinata dal sole e dal bel tempo, come affrontare le limitazioni e le distanze imposte per motivi sanitari?
L’equilibrio, base cementizia del benessere
Evitare assembramenti, distanziamento sociale, dispositivi di protezione individuale e barriere di plastica, ecco come si prospetta l’estate del 2020. Chi è disposto a sopportare tutto questo? Chi è in grado di rinunciare alla piena libertà per un’estate a metà?
In realtà molte più persone di quelle che si possa credere. Alcune recenti indagini hanno dimostrato che oltre la metà degli italiani è interessato ad una vacanza nei prossimi mesi e ben l’89% vuole concedersi un viaggio, rimanendo in Italia.
Questa è già di per sé una risposta più che esaustiva alle domande del paragrafo precedente. In altre parole la necessità di un cambiamento, in questo caso rappresentato proprio dal “solito viaggio estivo”, ha prevalso su qualunque restrizione sanitaria possa esistere.
Il segreto per vivere serenamente questa situazione è, come per ogni altra cosa, l’equilibrio. Bilanciamento tra intraprendenza e sconsideratezza e rispetto delle regole, sarà la chiave di volta di questa estate. E se dovremmo accettare di continuare a portare le mascherine anche in spiaggia, sotto il sole cocente, tra sabbia e salsedine, lo faremo di buon grado, perché si sorride con gli occhi, non con la bocca. Il profumo del mare supera anche la mascherina più protettiva e quello che potremo osservare attraverso una barriera di plastica, assumerà un valore maggiore rispetto al passato, carico di significativa libertà ritrovata. Lontani si, ma finalmente insieme, in mezzo alla comunità per condividere momenti ed esperienze.
Troviamo sempre una soluzione
Mentalmente provati da un periodo che ci ha sottoposto da restrizioni e confinamenti, attanagliandoci con la paura e l’incertezza, l’estate è la stagione del riscatto. E se sono comunque previste limitazioni dettate da prudenti esigenze di distanziamento sociale, va bene lo stesso. Sappiamo sempre trovare una soluzione. Non possiamo fare quel viaggio all’estero che sogniamo da tanto tempo? Che problema c’è, l’Italia è il paese più bello del mondo che offre un ventaglio di opportunità invidiato da tutti. Il 70,7% degli italiani, gioca in casa, preferendo mete nostrane a lidi stranieri.
In spiaggia siamo costretti a rimanere a sei metri di distanza dai vicini d’ombrellone? E che problema c’è, anzi finalmente non dovremmo più lottare e arrabbiarci con vicini rumorosi e fastidiosi, con cani che abbaiano o bambini che giocano con il pallone che, puntualmente, finiva sul nostro asciugamano.
Le vacanze al mare a queste condizioni sono inaccettabili? E che problema c’è. In Italia abbiamo le catene montuose più spettacolari che esistano, parchi nazionali e nuovo sport adrenalinici che ci aspettano.
Insomma una soluzione riusciamo sempre a trovarla, soprattutto quando si tratta di battersi per il diritto “all’estate”. Perché nessuno mai, nemmeno un virus, può negarci il diritto alle vacanze e alla spensieratezza dell’estate. In Italia è un diritto Costituzionale (art.36) a cui non rinunceremo mai perché rappresenta, per molte persone, la base del benessere psicologico. E soprattutto mai pensare di essere da soli in questa battaglia. Al nostro fianco, che si tratti del vicino d’ombrellone, o del compagno di rocciata, troveremo sempre un valido sostegno psicologico per affrontare uniti la battaglia dell’equilibrio estivo.