Verso una nuova gestione emotiva ed organizzativa: il rientro a lavoro ma con i figli a casa

Con l’avvento della Fase 2, i genitori hanno dovuto affrontare il rientro al lavoro. Un rientro alla quotidianità dal quale è emerso un nuovo ostacolo: asili, scuole e ludoteche chiuse e figli a casa. Si è presentato quindi un nuovo problema, riuscire a gestire i figli, dovendo tornare al lavoro. Le misure adottate dall’Esecutivo non sempre si sono rivelate adeguate o sufficienti. Il bonus baby-sitter non è stato una soluzione valida per tutti. I nonni, inoltre, non sono più “indicati” a ricoprire il loro ruolo naturale, prendendosi cura dei nipoti. In questa situazione complessa ed incerta, nuove ansie si profilano all’orizzonte. Lo stress continua a crescere e spesso, senza un valido sostegno psicologico, sfocia in un’angoscia profonda e in un disagio crescente.

I sondaggi parlano chiaro

A seguito di un sondaggio recente da parte della piattaforma Yoopies (piattaforma internazionale che relaziona domanda ed offerta dei servizi alle famiglie), la crisi sembra essere all’orizzonte. In base ai dati raccolti durante il confinamento a casa, in circa l’87% dei nuclei familiari analizzati, almeno uno dei due genitori è potuto rimanere a casa e seguire i figli. Nel 13% dei casi invece entrambi i genitori sono dovuti andare al lavoro. In questa Fase 2 la situazione è cambiata notevolmente. Nel 53% dei casi i genitori dovranno entrambi rientrare a lavoro, mentre nel 47% uno dei due potrà rimanere a casa e badare alla prole (continuando magari a lavorare in smart working).

Gli effetti della Fase 2 e la convivenza con il virus

La quarantena ha creato una nuova routine quotidiana, alla quale, sia genitori che figli si erano alla fine abituati. Adesso, con il proseguire della Fase 2 e il rientro a lavoro dei genitori, questa routine giornaliera si è spezzata ancora una volta, creando una rottura a questa nuova quotidianità. Faticosamente conquistata, la normalità è di nuovo minata da un profondo cambiamento. Un cambiamento sentito ed accusato sia dai figli che dai genitori. Un cambiamento che deve essere affrontato consapevolmente, con calma e prudenza e che in particolari momenti di difficoltà necessità di un adeguato sostegno psicologico.

Il ritorno al mondo esterno può causare molte criticità, ma spalanca di nuovo le porte alla speranza.

Garantire sicurezza e serenità nella Fase 2

Il distacco e l’allontanamento causato dall’inevitabile rientro a lavoro, può aver generato ansia e stress, in figli e genitori. I bambini, soprattutto quelli più piccoli, abituati adesso alla costante presenza genitoriale, potrebbero non capire le ragioni del distacco. Mentre i genitori, da parte loro, stanno tornando al lavoro con il pensiero di aver lasciato i figli a casa e di non potersene occupare costantemente come hanno fatto finora. Questa delicata situazione può innescare dei meccanismi di stress psicologico in entrambe le parti, meccanismi che devono essere affrontati sin da subito in modo risoluto e mirato. Il rischio, altrimenti, è quello di attivare un circolo vizioso, fatto di ansie, paure e stress, dal quale risulterebbe sempre più difficile tirarsene fuori.

Per il benessere dei figli, l’importante è che i genitori sappiano garantire sicurezza e serenità, nonostante il nuovo cambiamento al quale vengono sottoposti.

Dare continuità e gestire il rientro a lavoro

Il rapporto “esclusivo” che si era andato a creare durante la quarantena, tra genitori e figli, è un patrimonio prezioso, che merita di essere coltivato anche in futuro. Questo lo sanno bene i bambini e forse, in alcuni casi, un po’ meno i genitori. Adesso che la vita riprende un flusso quasi normale, non significa che quello che è stato costruito in passato debba per forza andare perso. Un modo per gestire stress ed ansie, è quello di garantire continuità ai rapporti edificati durante la cosiddetta Fase 1. A fine giornata lavorativa, o nel fine settimana, quando forse è maggiore il tempo a disposizione, è importante ritagliare dei momenti figli-genitori, per riassaporare la gioia del condividere tempi e spazi. Lentezza e rilassatezza, il segreto per gustare a pieno questi momenti.

Inutile mentire, controproducente accampare scuse. I figli riconoscono sempre una bugia, quindi meglio essere sinceri e spiegare loro quello che sta realmente accadendo. I bambini, solitamente, hanno un buon spirito di adattamento e se trattati con rispetto e intelligenza accettano i cambiamenti, talvolta, meglio dei genitori.

Giocare e dare il buon esempio

A differenza degli adulti, i bambini sono più capaci di staccare meglio la spina. Si distraggono e riescono a spostare l’attenzione dalle preoccupazioni, se correttamente indirizzati ed aiutati. É importante sostenerli attraverso un approccio ludico, perché il gioco è sempre l’arma vincente. Abbatte i livelli di stress e sviluppa capacità cognitive. In realtà, in una situazione così particolare e delicata, è davvero importante tanto per i figli, quanto per i genitori. Coinvolgere e farsi coinvolgere al tempo stesso in un’attività ludica, distrae e distoglie entrambe le parti. Inoltre, contribuisce a ristabilire i rapporti esclusivi creati durante la Fase 1.

I bambini “rubano con gli occhi” ed imparano soprattutto da quello che osservano. Di conseguenza se i genitori imparano a dare il buon esempio rispettando le nuove regole che la vita sociale adesso impone, anche i figli saranno naturalmente propensi a farlo. Far vivere con naturalezza questa situazione, senza abbassare la guardia, aiuta a creare un ambiente più tranquillo per tutti.

Non è facile e in molti casi sarà necessario un valido sostegno psicologico per riconquistare la normalità, ma con impegno e volontà si può arrivare veramente molto lontano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×

Ciao!

Clicca sotto per iniziare una chat su WhatsApp o inviami un'e-mail a fittipaldibenedetta@gmail.com

× Come posso aiutarti?