Solo o in compagnia di te stesso?

L’emergenza pandemia da Covid-19 ha purtroppo segnato una svolta epocale nella vita di molte persone. L’isolamento della quarantena ha costretto ad affrontare delle prove particolarmente ardue rispetto alle altre persone, ma soprattutto con noi stessi. Non tutti hanno avuto la fortuna di poter trascorrere l’isolamento in compagnia di una o più persone care. Molti hanno dovuto affrontare il disagio e la paura da soli. Chiusi nelle proprie case, emarginati da un qualunque contatto fisico. Soli con se stessi. Ma esiste anche un altro punto di vista a questa affermazione. “Soli con se stessi” può trasformarsi “in compagnia di se stessi”. Una sfumatura grammaticale sottile, per indicare uno stato d’animo e mentale propositivo ed ottimista, che cambia il volto della quarantena con un adeguato sostegno psicologico.

Stare a casa non è uguale per tutti

L’isolamento domestico è diverso se si vive da soli, piuttosto che in famiglia. Chi beneficia di un nucleo familiare, con o senza figli, particolarmente grande, vivrà la quarantena mitigato dal calore dei propri affetti. Magari dovrà affrontare altre tipologie di frustrazioni, ma non quella della completa solitudine. Di contro che si è ritrovato costretto in casa da solo, perché single per scelta o per cause esterne, può accusare l’isolamento e la solitudine estrema. Diversi sono i “demoni” che si troverà a dover gestire e che dovrà imparare a superare.

Chiedere aiuto quando è necessario

Situazioni e sensazioni da affrontare durante una quarantena passata in completa solitudine, non sempre possono essere gestite da soli. Qualche volta è necessario rivolgersi a dei veri e proprio professionisti della sanità mentale, che sappiano guidare sulla strada giusta la nostra consapevolezza e la percezione della realtà. Chi si rende conto di vivere la quarantena in modo particolarmente ansioso, o addirittura depressivo deve trovare la forza d’animo per chiedere un sostegno psicologico. Decidere di farsi aiutare e seguire da uno psicologo, piuttosto che da un terapeuta, è sinonimo di grande rispetto per se stessi e di una potente forza d’animo. Ci vuole coraggio per affrontare il mondo da soli, ma ce ne vuole ancora di più per saper riconoscere i propri limiti e sapere quando è il momento di far intervenite qualcun altro a nostro supporto.

Una difficile condizione da sopportare

La solitudine non è già di per se una stato facile da accettare e vivere. Che lo si sia scelto consapevolmente, o meno, vivere uno stato d’emergenza completamente isolati, può creare qualche problema in più. La differenza per affrontare e superare al meglio questa condizione è quella di capire la fondamentale differenza tra “sentirsi soli” e trovarsi invece “in compagnia di se stessi”.Se non completamente da soli, magari un adeguato supporto psicologico può farne capire meglio la differenza.

Sentirsi soli

si tratta di una sensazione assolutamente normale e comprensibile, che ognuno di noi, almeno una volta, proverà durante una quarantena. Anche vivendo con altre quattro, cinque, sei persone, è possibile sentirsi soli. L’isolamento parte da dentro di noi, ed è uno stato psico fisico che lentamente il soggetto crea sopraffatto dalle paure e dall’angoscia. Quando a sensazioni come paura, affanno e tormento permettiamo di prendere il sopravvento sulla ragionevolezza, si può veramente arrivare a sentirsi soli. Il sentirsi soli trascina poi dietro di se una lunga altra coda di conseguenze deleterie. Il giudizio personale è alterato da uno stato confusionale, che non permette più di individuare nessuno in grado di capire quello che stiamo vivendo. L’oppressione aumenta e un leggero senso di vuoto inizia a risalire piano piano a galla.

É un circolo vizioso, dal quale è necessario uscire il prima possibile. Forte è la mente di chi riesce ad affrontare un’impresa del genere completamente da solo. Tanto forte, quanto quella di chi, per farlo, decide di rivolgersi ad uno specialista per un sostegno psicologico adeguato. Perché chiedere aiuto nel momento del bisogno è sinonimo di grande responsabilità e coscienza personale.

Stare in compagnia di se stessi

Sembra un altro modo di dire semplicemente “stare da soli”. In realtà questa costruzione grammaticale, ne cambia radicalmente il senso stretto attribuito alla frase. Essere in compagnia di qualcuno, significa non sentirsi e non essere materialmente da soli. Se poi quel qualcuno siamo proprio noi, significa che riusciamo ad intravedere le opportunità che questa quarantena ci offre. L’armonia e l’equilibrio mentale si raggiungono partendo proprio da noi stessi. Il primo passo da compiere è quello rivolto verso l’interno, verso una crescita di consapevolezza e forza d’animo. Una volta raggiunto l’obiettivo, non saranno necessari a molti altri stimoli esterni per completarci e anche in assenza di una vita sociale “normale”, sarà possibile trovare conforto e svago grazie solo a noi stessi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×

Ciao!

Clicca sotto per iniziare una chat su WhatsApp o inviami un'e-mail a fittipaldibenedetta@gmail.com

× Come posso aiutarti?